L’estate degli anni 80
nostalgia degli anni 80 quando si andava al mare con tutto e ci si divertiva con niente
nostalgia degli anni 80 quando si andava al mare con tutto e ci si divertiva con niente
Sono convinta che alla fine la memoria della pancia non sbagli mai, social, video ricordo, tutto bello ma non sempre autentico. La mia pancia mi ricorda che è stato un anno difficile, a tratti insostenibile, che tante volte ho detto “non ce la faccio” e tante altre mi sono sentita implodere. È stato l’anno dei cambiamenti che piacciono a me, radicali ma faticosi e con carichi emotivi fortissimi. Non so fare diversamente, e per quanto sia in continua evoluzione, l’eccessiva vulnerabilità quella sarà sempre lì, a volte nascosta, ma lì.
Lavinia Guglielman: È tempo di bilanci a quanto pare ma io non ho voglia di farne perché è sempre tutto un costruire, un crescere, un cambiare continuo. Già questo momento non sarà uguale a quello successivo e tutti noi, siamo diversi ogni secondo che passa. O meglio, questo è quello che mi auguro ogni mattina, si, mi auguro di cambiare idea, prospettiva o di confermare quello che già penso, ma mai senza essermi posta delle domande. Non voglio rendermi definitiva. Quello che ci auguro è la curiosità, di scoprire e di sperimentare, di buttarsi nelle cose ma anche di ragionarle, mi auguro di avere sempre quel friccicore nello stomaco che, è vero, spesso mi rende triste con poco e felice con nulla, ma è lo stesso che mi fa vivere con il cuore nella pancia e nella testa. Per tutto il resto, buona fortuna a tutti noi, perché, a volte, è anche una questione di culo. Cin.
Quanti baci alla stazione, quante lacrime e quanto caos. Non è il mio posto, non sono serena, mi sento in bilico fra il trasporto per quegli abbracci che sanno d’amore e l’odore di ferraglia delle rotaie. La corrente fra un binario e l’altro infreddolisce le mie ossa minute e il suono delle rotelle delle valigie mi rimbomba in testa, la velocità dei movimenti esterni infastidisce la mia calma apparente e allora l’unica cosa da fare rimane affrettarsi verso il mio convoglio. Mi incammino col mio valigino carico solo dello stretto necessario, cercando di non farmi acciaccare dalla gente ed ecco che lo vedo lì, brutto, un po’ scassato, arrugginito e immagino puzzolente, il treno che mi aspetta. Chiedo al controllore se sia quello il mio, mostrandogli un codice sul telefono che mi fa rimpiangere il vecchio biglietto che poi avrei conservato nella scatola vuota dei gentilini per il resto della mia vita è, si, è proprio quello. Carrozza 8, in coda chiaro. Salgo alla ricerca del mio posto tentando di non esser goffa, cercando di …
La vita è strana, meravigliosamente strana. come quando ti ritrovi a trascurare le cose che ami per nuove passioni e nuovi amori, magari eterni, magari fuochi di paglia, ma che ti appagano e ti gratificano come non capitava da tanto tempo. Si, un bel giorno ti guardi indietro e ti accorgi che quella che era la tua vita ha preso una piega diversa, che forse l’hai scelto o forse no, ma ti piace, ti fa solleticare la pancia e battere il cuore. Perché ci sono momenti e momenti, cerchi, sperimenti, fallisci, ti rialzi, trionfi, cadi e ti rialzi di nuovo… Ed ecco che la tristezza diventa malinconia, la malinconia diventa entusiasmo, l’entusiasmo passione, la passione ardore, vita, perché la vita è quella cosa che inizia quando scegli che la paura di viverla ha lasciato il posto alla voglia di amarla. La vita è strana, meravigliosamente strana. Pensieri