I baci alla stazione
Quanti baci alla stazione, quante lacrime e quanto caos. Non è il mio posto, non sono serena, mi sento in bilico fra il trasporto per quegli abbracci che sanno d’amore e l’odore di ferraglia delle rotaie. La corrente fra un binario e l’altro infreddolisce le mie ossa minute e il suono delle rotelle delle valigie mi rimbomba in testa, la velocità dei movimenti esterni infastidisce la mia calma apparente e allora l’unica cosa da fare rimane affrettarsi verso il mio convoglio. Mi incammino col mio valigino carico solo dello stretto necessario, cercando di non farmi acciaccare dalla gente ed ecco che lo vedo lì, brutto, un po’ scassato, arrugginito e immagino puzzolente, il treno che mi aspetta. Chiedo al controllore se sia quello il mio, mostrandogli un codice sul telefono che mi fa rimpiangere il vecchio biglietto che poi avrei conservato nella scatola vuota dei gentilini per il resto della mia vita è, si, è proprio quello. Carrozza 8, in coda chiaro. Salgo alla ricerca del mio posto tentando di non esser goffa, cercando di …