Sono convinta che alla fine la memoria della pancia non sbagli mai, social, video ricordo, tutto bello ma non sempre autentico.
La mia pancia mi ricorda che è stato un anno difficile, a tratti insostenibile, che tante volte ho detto “non ce la faccio” e tante altre mi sono sentita implodere. È stato l’anno dei cambiamenti che piacciono a me, radicali ma faticosi e con carichi emotivi fortissimi. Non so fare diversamente, e per quanto sia in continua evoluzione, l’eccessiva vulnerabilità quella sarà sempre lì, a volte nascosta, ma lì.
La mia pancia mi ricorda che il 2018 è stato l’anno della perdita, ho perso cose, certezze, animali, persone, ma per le ultime non è sempre un male 😉
Era gennaio e pensavo di essere serena ma una vocina interna mi suggeriva che non era così, ho fatto comunque finta di niente e sono andata avanti. Così è arrivato aprile, e piccoli segnali mi rivelavano con sempre più chiarezza che non solo non ero serena ma avevo smesso di farmi domande, cosa volevo fare, cosa mi piaceva e cosa no, che direzione dare alla mia vita.
Fra piccoli e grandi dolori si è fatto maggio e scioccamente ho continuato a non ascoltarmi, non ho più scritto, poca musica, sempre meno sorrisi. È arrivato il caldo e quei cieli azzurri che minacciavano la mia calma. Strano lo so. Ma io avevo voglia di sentirmi di nuovo me, felice con la nebbia e triste col sole. Avevo bisogno di cambiamenti, di nuovi stimoli, ma non sapevo da che parte cominciare e le emozioni andavano un po’ per fatti loro, radicandosi nel caos e nell’instabilita’…
Non capivo più nulla. Si dice che “col caldo escono i matti” e forse è per questo che odio l’estate.
Mi era balenato nella testa il pensiero di cambiare città’ qualche mese prima, ma poi l’avevo lasciato cadere nel cassetto delle cose dimenticate per non so quale motivo, pigrizia e attaccamento alle mie sciocche abitudini probabilmente. Non sapendo da dove iniziare ho deciso di partire da li’, e di rispolverare quel desiderio abbandonato che però mi smuoveva qualcosa dentro, qualcosa di bello..
In un mese ho trovato casa a Milano e lasciato Roma, la mia città che tanto ho amato quanto odiato. L’ho lasciata col cuore pesante perché è lì che sono cresciuta con una famiglia matta si ma bella, e col cuore leggero di chi ha tanta voglia di novità.
Settembre, ottobre, novembre, un inverno che tardava ad arrivare, ancora quel cielo azzurro. A fatica, e sentendomi come una che ha fatto mille passi indietro per andare avanti, ho cercato piano piano di trovare uno spazio confortevole alle emozioni, e ho capito che i passi indietro fatti mi servivano solo per prendere la rincorsa e la vita a mozzichi.
Ho scelto di non combattermi più, di ascoltarmi con meno rigidità e perdermi di nuovo nei sorrisi degli altri, di essere aperta alla conoscenza delle cose lontane da me, di non curarmi della pochezza e dell’iprocrisia, di perdonare le mie mancanze, e anche le debolezze. Ma soprattutto di dire “no, questo non mi piace grazie”. E che gran cosa saper dire no! Ho scoperto persone incredibili da cui prendo ispirazione ogni giorno, nuove opportunità di lavoro, esperienze che mi fanno mettere in gioco quotidianamente. Ho anche imparato a prendere il tram.
Ecco questo è stato l’anno della perdita, cose persone si, ma anche delle conquiste, a partire dalla capacità di ascoltarsi per davvero. Perché con gli altri siamo tutti bravi, ma poi è con noi stessi che dobbiamo fare i conti.
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Una volta Dino mi ha detto:” se stimi quello che sono e pensi a quanto io ti amo, allora devi amarti per forza anche tu.”
Il mio augurio è quello di avere accanto chi pensa a te quando tu a te non ci pensi proprio ❤️