CHI SONO? ME LO CHIEDO SPESSO ANCHE IO

Cosa fai quando i caratteri di un social network non ti bastano più? Apri la Smemoranda e inizi a scrivere? Forse, ma e’ chiaro che a leggerlo sarai tu e te medesima e sarebbe una soluzione troppo intimistica. Ti armi  di gessetti colorati per scarabocchiare le murate che cadono a picco sul Tevere? Può darsi, ma ormai sono fuori target anagrafico. Vai dallo psicologo? Già fatto, ma il segreto professionale le impedisce la condivisione con il mondo esterno. E allora eccomi qui, scontata come i saldi di fine stagione, con un computer, le mani congelate che scrivono a raffica, gli occhiali da vista perché, nonostante dicano che abbia gli occhi stanchi amo vedere le cose, a dare vita ad uno spazio che curi la parte logorroica di me.

Dovrei iniziare a raccontare di me, di chi sono, cosa faccio, dove vado, ma tutte queste cose mi piacerebbe scoprirle continuamente nell’arco della mia vita, assaporando le piccole scoperte quotidiane, con le persone che mi rendono migliore, viaggiando con la mente, con i piedi, ma soprattutto con il cuore, e in tutta sincerità le cene con i “dovrei” non sono mai state a base di buon vino. E poi, cambio idea troppo spesso per rendermi definitiva, le mie scelte vanno di pari passo con i miei stati d’animo: ieri divoravo sigarette, oggi divoro carote. Oggi non attraverserei Ponte Cavour, domani volerei a Katmandu. Così sono io, sempre in bilico con me stessa, sto bene da sola ma non amo la solitudine, amo gli scampi ma sono allergica ai crostacei, felice con poco e triste con nulla, leggo tanto e dormo poco, odio i cassetti aperti e le porte chiuse. Oggi. Domani chissà.

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